Riunione per mobilitare i dirigenti di tutto il mondo a favore della parità di genere e dell’autonomia delle donne

Berna, 27.09.2015 - Discorso della presidente della Confederazione in occasione del vertice ONU per l’adozione dell’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile tenutosi a New York - Vale il testo parlato.

Signor Segretario generale,
Signora Sottosegretaria generale,
Eccellenze,
Gentili Signore, egregi Signori,

è un grande piacere celebrare con voi il 20° anniversario della storica Dichiarazione di Pechino e del suo programma d'azione.

Vent'anni fa gli strumenti scaturiti dalla Conferenza di Pechino contenevano i principi fondatori di una società basata sul rispetto della parità tra i sessi e gli elementi chiave per consentire uno sviluppo sostenibile ad ognuno di noi, indifferentemente se donna o uomo. Vent'anni fa avevo 35 anni e ho vissuto questa Dichiarazione come una vittoria storica che mi riguardava e coinvolgeva direttamente. Con questa Dichiarazione il ruolo della donna nel mondo era cambiato. Ancora oggi, dopo 20 anni, provo un sentimento di riconoscenza.

Tuttavia, vent'anni dopo, il bilancio non è positivo.

  • Ancora oggi, in alcuni Paesi la donna rischia ritorsioni per il solo fatto di impegnarsi a favore dei diritti delle donne e della loro libertà di azione ed espressione.
  • Ancora oggi la violenza e i trattamenti degradanti nei confronti delle donne e delle fanciulle sono utilizzati in guerra per umiliare il nemico. E spesso le donne sono doppiamente vittime, perché dopo aver subito maltrattamenti e abusi vengono anche escluse dalla loro stessa società.
  • Ancora oggi non sempre è garantito l'accesso ai servizi pubblici di base, alle cure mediche e a infrastrutture sanitarie pulite e sicure. Tutto ciò è inammissibile.

La Svizzera è convinta che realizzare la parità di genere sia una condizione indispensabile per abolire la povertà e contribuire a una crescita economica sostenibile e inclusiva.

È giunto il momento che le donne e le fanciulle siano le promotrici attive di questo cambiamento.

In quanto governo abbiamo inoltre il dovere politico di integrare nell'Agenda 2030 l'attuazione della Dichiarazione di Pechino e del suo programma d'azione, affinché i rispettivi obiettivi, che sono complementari, progrediscano a livello nazionale.

Concretizzare questo impegno nelle politiche interne rimane una priorità. L'anno scorso il nostro piano d'azione nazionale sulla parità tra uomo e donna ha evidenziato che in Svizzera sono ancora necessari miglioramenti.

Pertanto lottiamo con vigore contro la discriminazione salariale e la violenza domestica e sosteniamo con convinzione le misure volte a conciliare meglio la vita professionale con quella familiare.

La Svizzera desidera rafforzare ulteriormente il suo impegno a favore dell'uguaglianza e continuerà a sostenere la Commissione dell'ONU sulla condizione delle donne aumentando il suo contributo per il periodo 2015-2017 a quasi 50 milioni di dollari USA. Inoltre si attiverà affinché tutti gli altri organismi dell'ONU di cui sostiene il mandato sviluppino le loro attività nell'ottica della parità di genere.

Infine, la Svizzera ritiene fondamentale che solide procedure di controllo concretizzino gli impegni presi a livello internazionale. La Commissione sulla condizione delle donne ha partecipato attivamente alla realizzazione del piano d'azione di Pechino e deve ora svolgere un ruolo centrale.

Gentili Signore, egregi Signori,

la parità di genere, la realizzazione dei diritti delle donne e la loro autonomia sono obiettivi da raggiungere entro il 2030.

Per quanto il compito possa sembrare arduo, unendo le nostre forze oltre i confini regionali e con la partecipazione concreta della società civile e dell'ONU potremo affrontare questa sfida insieme, guidati dalla Dichiarazione di Pechino e dal suo programma d'azione e sostenuti dal nuovo slancio datoci dall'Agenda 2030.

Grazie di cuore.


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Ultima modifica 19.01.2023

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