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Comunicato stampaPubblicato il 5 dicembre 2025

Una Svizzera molto attratta dall’IA e sempre più esposta alla disinformazione

Neuchâtel, 05.12.2025 — Nel 2025, più di due persone su cinque utilizzano l’intelligenza artificiale (IA) per creare contenuti, testi o immagini, proporzione che sale a quattro su cinque tra i giovani dai 15 ai 24 anni. Al contempo, la popolazione è sempre più esposta a disinformazione, incitamento all’odio e truffe online. Sono questi i principali risultati dell’ultima rilevazione dell’Ufficio federale di statistica (UST) sull’utilizzo di Internet nelle economie domestiche.

Nella primavera del 2025 il 43% della popolazione dai 15 agli 88 anni residente in Svizzera ha dichiarato di aver utilizzato un’applicazione di IA generativa, cioè che, a partire da un prompt, crea contenuti sotto forma ad esempio di testo, immagini o suoni.

Rapida diffusione degli utilizzi dell’IA generativa

Negli ultimi tre mesi, 3,2 milioni di persone non solo hanno utilizzato l’IA generativa, ma lo hanno fatto anche molto spesso: il 36% delle persone che utilizzano l’IA, lo fa ogni giorno o quasi e il 34% almeno una volta alla settimana. Considerando che l’IA è pubblicamente accessibile solo da tre anni, il numero di utenti e l’intensità di utilizzo sembrano molto elevati.

Queste applicazioni sono utilizzate in primis per scopi privati (il 38% della popolazione) e solo in secondo luogo per scopi professionali (31%). Nell’ambito dell’istruzione formale, ad es. a scuola o all’università, vi fa ricorso il 75% degli studenti.

Un nuovo utilizzo che evidenzia il divario digitale

L’impiego di strumenti di IA generativa varia notevolmente in base ai profili sociodemografici. Questa nuova tecnologia non fa che acuire le disuguaglianze che già erano presenti in fatto di utilizzo delle tecnologie digitali in generale.

I giovani sono i più attratti dalle applicazioni di IA generativa: le utilizzano infatti il 79% delle persone dai 15 ai 24 anni. Questa quota scende al 66% tra i giovani dai 25 ai 34 anni e va diminuendo con l’avanzare dell’età (attestandosi al 28% tra le persone dai 55 ai 64 anni). Grandi differenze si riscontrano anche in funzione del livello di formazione degli utenti: le persone con formazione terziaria presso una scuola universitaria utilizzano infatti l’IA generativa nella misura del 63%, mentre la rispettiva quota per le persone senza formazione postobbligatoria scende al 17%. Nel complesso, sono più gli uomini che le donne a utilizzare l’IA generativa, ma nella fascia di persone dai 30 anni in giù la differenza di genere non si riscontra più.

Metà della popolazione non utilizza l’IA generativa

Sebbene l’IA generativa si stia diffondendo rapidamente, il suo utilizzo non è ancora molto diffuso. Un terzo della popolazione non vede alcuna utilità nel ricorrere a questo servizio, il 7% menziona preoccupazioni relative alla privacy o alla sicurezza e un altro 7% afferma di non possedere le competenze necessarie. Quest’ultimo risultato dimostra quanto l’IA sia semplice da usare. Solo il 2% della popolazione dichiara di non essere a conoscenza dell’esistenza di questo tipo di applicazioni.

Degradazione dei contenuti e problemi di sicurezza

Un altro dato rilevante è il forte aumento, tra il 2023 e il 2025, dei problemi di sicurezza, disinformazione e incitamento all’odio riscontrati online. Questo sviluppo mette in luce un degrado dei contenuti online e un’intensificazione dei rischi e dei pericoli legati all’utilizzo di Internet.

La percentuale di persone che hanno ricevuto messaggi fraudolenti (phishing) negli ultimi tre mesi è salita dal 51 al 61% (4,4 mio. di persone). L’aumento esponenziale di questo tipo di truffe online si riflette nell’incremento del numero di utenti di Internet che hanno denunciato perdite finanziarie negli ultimi 12 mesi. Dall’1,7% nel 2021, la quota di popolazione colpita è raddoppiata, raggiungendo il 3,4% nel 2025 (250 000 persone).

Disinformazione in aumento

Anche la disinformazione sta guadagnando terreno. Si conferma il forte aumento già registrato tra il 2021 (45%) e il 2023 (51%). Nel 2025, il 58% della popolazione ha dichiarato di aver visto su siti web o social network contenuti che sembravano falsi o sospetti. Le persone particolarmente esposte al problema sono i giovani sotto i 30 anni (68%) e gli utenti dei social network (67%).

Il comportamento nei confronti delle fake news non è cambiato in modo significativo. Circa la metà delle persone controlla la veridicità dei contenuti che trova. La maggior parte di coloro che non lo fanno ritiene di sapere già che l’informazione o la fonte non è affidabile (38%). Tuttavia, il 15% ammette di non avere le competenze o le conoscenze necessarie per effettuare questo controllo.

Maggiore frequenza dell’incitamento all’odio

Un altro problema che riguarda sempre più utenti di Internet è quello dei messaggi d’odio. Nel 2025, il 42% della popolazione ha dichiarato di aver visto su Internet contenuti ostili o degradanti nei confronti di gruppi o individui, sia sui social network che sui siti web di notizie. Ciò rappresenta un aumento di 4,5 punti percentuali. Ancora una volta, i più propensi a vedere tali contenuti sono i giovani sotto i 30 anni (61%) e gli utenti dei social network (50%).

I messaggi di odio riguardo a opinioni politiche o sociali e alla religione hanno registrato un aumento particolarmente marcato, così come i contenuti xenofobi. I discorsi sull’orientamento sessuale o sulla disabilità si mantengono in proporzioni simili al 2023.

Il presente comunicato stampa e ulteriori informazioni sul tema sono reperibili sulla pagina Internet dell'UST.