La CNPT pubblica il rapporto sulla visita al centro di psichiatria forense di Rheinau

Berna. La Commissione nazionale per la prevenzione della tortura (CNPT) ha pubblicato oggi il rapporto sulla sua visita del 10 e 11 dicembre 2012 al centro di psichiatria forense di Rheinau. Giudicata ben strutturata e aperta alle raccomandazioni, questa clinica assolve un mandato molto difficile, ossia curare i criminali patologici. La CNPT ha invitato le autorità a chiarire le basi legali applicabili e a regolamentare l’adozione di misure disciplinari. Ha inoltre criticato il bagno d’entrata alla presenza di membri del personale raccomandando di documentare meglio l’applicazione di misure coercitive.

Chiarire le basi legali

La CNPT ha riscontrato insufficiente chiarezza nelle basi legali applicabili alle persone internate, soggette in parte alla legge sull’esecuzione giudiziaria e in parte alla legge sui pazienti di Zurigo. La clinica fa capo alla Direzione della sanità zurighese, ma in virtù della legge sull’esecuzione giudiziaria non è considerata un’istituzione esecutiva ufficiale, pur avendo un chiaro mandato d’esecuzione. Secondo la CNPT questa situazione è insoddisfacente, in particolare perché non sono chiari le basi che reggono l’adozione di misure disciplinari e coercitive e i rimedi giuridici da esperire. Pertanto ha raccomandato alle autorità cantonali di creare norme trasparenti e uniformi e di chiarire la gestione delle misure disciplinari nel regolamento interno.

Ritenuto umiliante il bagno d’entrata

La CNPT ritiene che il bagno d’entrata alla presenza di sette persone sia umiliante e non giustificabile da motivi di sicurezza. Approva pertanto che nel frattempo sia stato eliminato il carattere obbligatorio della procedura e raccomanda di rinunciarvi completamente.

Documentare con maggiore uniformità l’adozione di misure disciplinari

La CNPT ha esaminato la documentazione relativa all’adozione di misure coercitive, costatando che le cartelle dei pazienti e i documenti di sorveglianza non fanno sempre chiarezza su chi ha ordinato la misura, per quanto tempo e in che forma, nonché sulle modalità d’informazione del paziente. La CNPT ritiene dunque che l’adozione di misure coercitive dovrebbe essere documentata in modo più trasparente e uniforme, prendendo atto dei provvedimenti già avviati in tal senso. Considera comunque positiva la tendenza al ribasso del numero di misure coercitive adottate.

Documenti

(Questi documenti non sono disponibili in italiano)

Ultima modifica 18.07.2013

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