CNPT: rapporto generale sull’assistenza sanitaria negli istituti di detenzione svizzeri

Nel suo rapporto pubblicato in data odierna, la Commissione nazionale per la prevenzione della tortura (CNPT) presenta i risultati di un progetto pilota biennale volto a verificare l’assistenza sanitaria nelle strutture carcerarie svizzere. Nel complesso, la CNPT trae un bilancio positivo per quanto riguarda l’accesso alle cure mediche negli istituti di detenzione svizzeri e la loro qualità. Sono però emerse discrepanze e carenze nell’attuazione delle prescrizioni legali in materia di epidemie e nella ripartizione dei costi.

Attuazione non uniforme delle prescrizioni legali in materia di epidemie

La verifica delle basi legali cantonali ha evidenziato un’attuazione eterogenea delle prescrizioni legali in materia di epidemie, il che in pratica significa che le strutture carcerarie adottano piani di assistenza diversi. Sebbene l’assistenza sanitaria sia risultata adeguata in tutti gli istituti controllati, queste differenze rivelano che occorre intervenire ulteriormente per armonizzare la prassi in materia di prevenzione.

Misure preventive insufficienti

La Commissione ha riconosciuto una particolare necessità d’intervento per quanto riguarda le misure preventive contro le malattie infettive e altre malattie trasmissibili per via sessuale o ematica; occorre soprattutto informare meglio i detenuti. Ha anche riscontrato che la visita medica di entrata, essenziale dal punto di vista epidemiologico, viene eseguita in modo diverso come misura preventiva e non sempre entro i termini prestabiliti. Anche per quanto concerne la distribuzione dei farmaci occorre adoperarsi ulteriormente affinché la somministrazione da parte di personale medico specializzato, già praticata in molte istituzioni, diventi uno standard a livello nazionale. 

Armonizzare la ripartizione dei costi

Secondo la Commissione le eterogenee modalità di ripartizione dei costi per i trattamenti sanitari dei detenuti sono contrarie al principio di uguaglianza. Ritiene che una partecipazione ai costi sia ammissibile dal punto di vista dei diritti fondamentali soltanto se è proporzionata e se non impedisce l’accesso a un’assistenza medica adeguata. La Commissione raccomanda pertanto alle autorità competenti di introdurre un’assicurazione sanitaria obbligatoria per tutti i detenuti e di adoperarsi affinché la ripartizione dei costi sia armonizzata su scala nazionale.

Necessità d’intervento in singoli ambiti

La Commissione ha inoltre riscontrato che occorre intervenire nel settore dell’assistenza psichiatrica di base e ha raccomandato alle autorità di garantire un accesso adeguato all’offerta terapeutica. Infine, in molte strutture, la Commissione ha reputato insufficiente l’assistenza sanitaria riservata specificamente alle donne detenute e alle loro esigenze.

Nell’ambito di un progetto pilota biennale, la Commissione ha esaminato il rispetto dei principi internazionali e nazionali fondamentali dal punto di vista dell’assistenza sanitaria, riservando particolare attenzione all’attuazione cantonale delle prescrizioni legali in materia di epidemie. Il progetto è stato seguito da un gruppo di lavoro formato da interlocutori importanti nel settore dell’assistenza sanitaria; i risultati e le raccomandazioni sono stati discussi nel corso dei lavori. A conclusione, le autorità competenti per l’assistenza sanitaria nelle strutture carcerarie e gli istituti sottoposti a controllo hanno ricevuto il rapporto generale affinché prendano posizione in merito. 

 

Ultima modifica 14.11.2019

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